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Innovativo, certificato, riciclato: il futuro del packaging è sostenibile
La situazione è stata comune in molte case già durante il primo
lockdown. Acquisti più frequenti tra e-commerce e delivery hanno
comportato un
aumento significativo di imballaggi da smaltire,
soprattutto in plastica monouso. Una tendenza destinata a crescere,
con un inevitabile
impatto sull’ambiente.
D’altra parte, la
strategia dell’Unione europea1 in
materia di packaging parla chiaro:
entro il 2030, tutti gli imballaggi e le confezioni
in plastica sul mercato Ue dovranno essere
riciclabili, il consumo di plastica monouso ridotto
e l'uso intenzionale delle microplastiche limitato.
Ma a che punto siamo sulla strada del
packaging 100% sostenibile?
Largo ai materiali innovativi
Come spesso accade, il primo aiuto viene dalla ricerca, in questo
caso sui materiali2. Con risultati sorprendenti da tutto
il mondo: si va dalle alghe marine, studiate in
India dal National Institute of Ocean Technology, alla miscela
prodotta con fibra di legno, polimeri di argilla e
lignina dell’Università Aalto di Espoo in Finlandia, dagli
imballaggi realizzati con il sottoprodotto dei
semi di cacao fino al sacchetto per il pane che
incorpora bucce d’avena derivanti dal processo di
macinazione.
E in Italia? Con senso forse più pratico, l’attenzione delle aziende
si concentra soprattutto sulla carta e sul
riciclo della plastica.
Sì alla carta, ma certificata
La carta rappresenta in sé un’ottima alternativa alla plastica, ma
non tutti i sacchetti di carta hanno un’anima sostenibile. Secondo
il rapporto Ecomafie 2016 di Legambiente3, ci sono attività illegali nel settore
foresta-legno che fruttano
nel mondo fino a 100 miliardi di euro ogni anno e almeno il 20% dei
prodotti forestali importati in Europa arriva senza tracciabilità.
Come riconoscere, quindi, un
imballaggio di carta davvero sostenibile?
Basta verificare che presenti il marchio PEFC:
significa che la foresta e le piantagioni da cui deriva la materia
prima sono gestite secondo i più severi requisiti ambientali,
sociali ed economici. Un bollino piccolo, ma importante per tutti: i
consumatori, i lavoratori della filiera della carta, le comunità
locali e l’ambiente.
Come ridurre l'impatto del packaging in plastica
Il progetto Ricircola4, condotto dall'Università di Bologna, ha dimostrato che cosa serve per ridurre in modo significativo l’impatto degli imballaggi alimentari in plastica: la corretta gestione dell'intera filiera del riciclo e l'attiva partecipazione dei consumatori nella raccolta consentirebbero da sole di aumentare l’efficienza di recupero della plastica fino al 120%.
Oltre alla ricerca scientifica, quindi, anche le azioni quotidiane contano. Come ricordarsi di portare sempre con sé una borraccia da riempire d’acqua grazie all’App Acea Waidy Wow: bastano pochi tap sullo smartphone per trovare sulla mappa il punto idrico più vicino e sapere in ogni momento quanta plastica e quanta CO2 sono state risparmiate grazie ai propri gesti concreti.
Redazione a cura di
LifeGate
Image credit: © Rawpixel
1 Fonte:
Commissione
Europea
2 Fonte:
Packaging World
3 Fonte:
Legambiente
4 Fonte:
UNIBO Magazine